PONTE PIZZIFERRO E INTERVISTA AI DOTT. PORKAS

Semplici, geniali e provocatori. I Dott. Porka’s ( un gruppo di artisti che denuncia con la fotografia il terrorismo urbanizzato della società), continuano a far parlare di se. Salgono a punta di piedi e quasi senza farsi sentire, i gradini della notorietà e dell’ arte. Tra una mostra e l’altra, sono riuscito ad incontrarli, giusto per farci due chiacchiere insieme e fare alcune domande a coloro i quali sono riusciti a documentare ed a far conoscere al resto d’Italia, il disagio del ponte Pizziferro di Massafra. Un ponte che pare essere segnato da un destino inconsapevole, vittima del logoramento selvaggio del versante ionico tarantino.


IL PONTE PIZZIFERRO

A poco più di un mese dalle elezioni regionali, che fanno saltellare i politici, manco fossero conigli in cerca di carote ( i partiti ), i Dott. Porka’s P-Proj rendono pubblici per la prima volta i risultati della street-photo performance, realizzata l’estate scorsa presso le rovine del Ponte Pizziferro a Massafra. Foto inedite che sono state documentate la settimana scorsa per la prima volta, all’interno del sito web del Corriere della Sera( Corriere.it), il più importante portale web di informazione presente in Italia, con una media di traffico, pari a un milione di visitatori al giorno. “Un ponte piccolo, poco più di un viadotto, eppure per chi abitava da quelle parti era davvero importante.” Cosi descrivono il Ponte Pizziferro, lungo la strada provinciale che collega Massafra a Noci, i Dott. Porka’s. Tre giovani street- photographer, attivi dal 2002, dissacranti, provocatori…. che riescono a descrivere con un click…. la realtà. Ospiti alla Triennale di Milano, in tuta bianca protettiva, occhiali da sole e cappellino da baseball, entrano in sala, si siedono in prima fila e ascoltano in silenzio. Metà baresi e torinesi, ma bolognesi di adozione, i Dott. Porka’s, sono capaci di gettare scompiglio con la loro sola presenza, anche nel mondo blasé dell’arte contemporanea milanese, figuriamoci in quella massafrese.


MUSSOLINI VIVE SULL’ I PHONE

E poi dicono che i napoletani non ci sanno fare. Ed invece un giovane programmatore partenopeo ha sbancato i botteghini dell' I Tunes Store italiano. Superando i record che erano pronosticati dagli altri settori come AVATAR al cinema , il Grande Fratello in TV, piuttosto che il calcio in pay per view.

Il secondo programma più scaricato sugli iPhone italiani è proprio un'applicazione che permette di leggere, vedere e ascoltare tutti i discorsi di Benito Mussolini. Un fenomeno che fa rimanere a bocca aperta, visto che, nell'era della tecnologia, tra Facebook e My Space, esistono ancora i nostalgici del DUCE. E non sono certo anziani o storici del fascismo, ma ragazzi e giovani adulti che navigano, si informano e spendono su internet.


LETTERA A BABBO NATALE

Caro Babbo Natale, finalmente anche quest'anno ci accingiamo a festeggiare la festa più bella dell'anno. La festa della pace, della fratellanza, la festa dei bimbi. Di tutti quelli che riceveranno un dono. Un dono che nasce dal cuore e che scende piano piano giù per il portafogli. Spesso saltando anche su quella carta plastificata. Che tutti ormai hanno con se. ....Anche chi non ha il conto in Banca..... Anche chi non ha il portafogli per tenerla conservata ed al sicuro. Perchè di questi tempi è facile che qualche malintenzionato possa rubarla. Ma è anche vero, che quelli dell'Est, si rubano solo il numerino segreto... Loro non rubano la plastica, perchè non fanno la raccolta differenziata...

Questo,.... caro Babbo Natale, si chiama "Phishing", ed io l'ho imparato su msn quando mi arrivano le e-mail della "Banca Federiciana " piuttosto quelle delle "Poste Italiane".... Mia nonna credeva fosse il nome della pescheria dell'Auchan.... Che vuoi, caro Babbo Natale... lei è anziana... ai suoi tempi non esistevano tutte queste cose. Il Natale si festeggiava in famiglia e sotto l'albero si scambiavano i doni che tu portavi. E tu, Babbino mio.... non sempre li portavi, mi ha confessato la nonna.


L’ALBERO DI NATALE PIU GRANDE DEL MONDO

E' il capo del dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso ad accendere, quest’anno, l’Albero di Natale più Grande del mondo che dalle 20 di questa sera, vigilia dell’Immacolata, torna ad illuminare le pendici del Monte Ingino, a Gubbio, fino al 10 gennaio 2010. «L’augurio sotto l’albero – ha detto Bertolaso – è che si facciano scuole e case più sicure». Per Bertolaso, giunto nel tardo pomeriggio nella cittadina umbra, l’invito che gli è stato rivolto dal Comitato Albero di Natale «è un bel segnale, perchè si vede nella Protezione civile un punto di riferimento per tutto il Paese». L’albero, acceso da 29 anni consecutivi, è composto da circa 700 punti luce che ne delineano la sagoma e che sono distribuiti all’interno, collegati da 12 chilometri di cavi. I rami si allungano alla base per circa 300 metri mentre la cima dell’abete arriva all’altezza della Basilica di S. Ubaldo estendendosi per circa 650 metri.Alla sommità brilla una stella cometa a luci cangianti alta circa 28 metri e lunga 48, illuminata da oltre 200 plafoniere che è impiantata su una struttura di 1000 metri quadrati. L’albero, per le sue dimensioni, è entrato nell’edizione del 1991 del Guiness dei primati. Il programma della cerimonia dell’accensione, diffusa in diretta da Trg umbria ed in internet sul sito trgmedia.it ha preso avvio alle 19 con il collegamento via internet con gli eugubini residenti in vari Paesi europei


MERIDIONALE SONO

Essere meridionali non è facile. Nascere nel sud, ha sempre destato un certo effetto. E come 60 anni fà, anche oggi si continua a vivere le stesse sensazioni e i comuni pregiudizi, (come ogni giorno sono costretti i giovani che hanno avuto la sfortuna di vivere o semplicemente di essere nati a CASAL DI PRINCIPE, piuttosto che a CORLEONE). Come se tutti i giovani di quelle parti fossero mafiosi o appartenenti al clan dei Casalesi.

Di sicuro vivere nel meridione è già di per se una provocazione. Non voglio giustificare il mio essere e la scelta di essere ritornato nella mia terronia... Di sicuro l'unico problema grosso del meridione è quello di essere il meridione. Una cosa da non da poco certo... ma di sicuro non così tragica tale da esorcizzare il meridionale come una razza. Su un quotidiano nazionale, l'altro giorno leggevo che il sud Italia è stato attualmente paragonato al terzo mondo africano. Niente di male ci mancherebbe, se non fosse che il paragone è stato usato in maniera dispreggiativa. Perchè il meridione oggi è sinonimo di "monnezza". Un lussureggiante doppio senso con sottilissimo sarcasmo, visto che la monnezza sporca le strade, ma riempie i portafogli della malavita....


LA PUGLIA E I TRENI DELLA SPERANZA

Chi di voi non ha mai preso un treno, (eurostar o intercity), non fà la differenza da queste parti, per arrivare in Terronia ? . Sporco, puzza, e orari sballati = Trenitalia , la compagnia italiana che si occupa dei mezzi di trasporto a rotaio. Uno scempio ? A dir poco... Dopo la interminabile trafila per riconsegnare ai tarantini, i treni in partenza da Taranto per Roma, che erano stati soppressi all'inizio dell'estate, finalmente arrivano buone notizie (Speriamo), e si aspettano treni più efficienti e soprattutto più puliti per il popolo dei pendolari e dei viaggiatori ( che io definisco... a carro bestiame). E' stato proprosto proprio in questi giorni, il pacchetto delle novità illustrate e delle richieste avanzate dall’assessore ai Trasporti della Regione Puglia, Mario Loizzo, al ministro dei Trasporti, Altero Matteoli (collegato in videoconferenza), in occasione della Giornata nazionale del trasporto regionale. L’assessore e il nuovo direttore regionale di Trenitalia, Sabrina De Filippis hanno presentato il piano, già avviato, frutto di un investimento pari a 130 milioni (di cui 30 di fonte pubblica) finalizzato all’arricchimento del cosiddetto parco rotabile che sarà completato nel 2011


TARANTO ED I RIFIUTI NEL PORTO

Chissà perchè quando si parla di Taranto, vengono in mente due cose : ILVA e il porto. Sull' ILVA, c è poco da dire, anzi, la maggior parte delle cose non vengono dette, piuttosto vengono camuffate. Adesso poi, in sede di campagna elettorale, sembra quasi che come per magia, dai lunghi e ferriginosi fusolai della mega industria siderurgica, fiocchino fiori, anzichè centinaia di migliaia di nanogrammi di diossina, che col tempo divorano e annientano la nostra esistenza...... Chissà... cè chi dice che esistenza = sopravvivenza. Ma per fortuna abbiamo il porto di cui vantarci. U' port d' Tarant nuèstr


W LA DIOSSINA


IL MIO NOME E’ BOND…..TREMONTI BOND

I Tremonti-Bond, previsti dal decreto anti crisi varato dal governo, sono obbligazioni emesse dalle sole banche quotate e sottoscritte dal Tesoro per sostenere la capitalizzazione degli istituti di credito. La cifra complessiva messa a disposizione dell'operazione, simile a quella già effettuata o in corso d'opera da parte di diversi paesi europei, è pari a 10 miliardi di euro.

Lo scopo è, come noto, quello di permettere che il sistema bancario italiano si mantenga ben patrimonializzato e soprattutto che non scarichi gli effetti della crisi sull' economia reale, in poche parole su di noi (poveri ..ma ricchi investitori di mutui).