LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE E RILANCIA LA RIFORMA SANITARIA. OBAMA PARLA AL CONGRESSO

Magari si potesse prendere da  Obama, la sua intraprendenza, per portarla  anche qui in Italia, durante una seduta al parlamento,  mentre i politici di “casa nostram” si alzano in piedi e discutono su un nuovo piano di lavoro per tappare il crescente buco della disoccupazione e risanare la sanità. Prima partendo da quella pugliese, poi quella calabrese, poi quella napoletana, insomma prima con quella del Sud, tanto per intenderci.

Obama punta   su temi populisti come l’imposizione di nuovi limiti a Wall Street e l’offerta di agevolazioni fiscali alle famiglie della classe media. Parla di giovani, di COME INVESTIRE SUI GIOVANI. Miliardi di dollari per i treni ad alta velocità, sulla sanità, sulla ricerca.

Il discorso di Obama davanti al Congresso cade a una settimana dalla sconfitta elettorale dei democratici per il seggio suppletivo al Senato in Massachusetts. Obama vuole creare nuovi posti di lavoro e regolamentare la  finanza americana. Il presidente USA si imbatte in una sfida seria e aspra, per tutelare i suoi elettori, il popolo. Nonostante  i repubblicani, lo abbiano definito “Big Spender” Obama ha parlato di un congelamento di tre anni su molti programmi di spesa interna e abbozzare altre misure per contenere il deficit di bilancio. Annuncia il congelamento dei salari dei dirigenti della Casa Bianca e di altri funzionari di nomina politica, per un risparmio di 4 milioni di dollari nel 2011. Immaginate se  succedesse la stessa cosa  ai  porta borse, ai parlamentari, a tutti gli uffici governativi della presidenza del consiglio dei ministri italiano, altro che 4 milioni……

Obama prova a rassicurare un’ America scettica, frustrata, arrabbiata e sotto sotto forse anche dubbiosa di avere mandato alla Casa Bianca la persona sbagliata.

Un’America che si è vista nuovamente colpita al cuore  con   il fallito attentato terroristico  di Natale, tanto  che solo  28 americani su cento sono convinti che il governo «funzioni bene» o quantomeno «okay» contro sette su dieci che hanno usato le espressioni «folle», «stagnante», o «in necessità di grandi riforme».

Ma Obama non si scoraggia, non si intimorisce, ( di sicuro non se ne va a mignotte, per riflettere sui  nuovi piani strategici che piuttosto che alzare il livello economico, alzano tutt’altro). Durnte la conferenza  della Unione, Obama,  ha offerto l’occasione perfetta per presentare all’America un nuovo presidente.  Una nuova immagine di  una Casa Bianca ancora convinta che il problema di base non sia nella agenda ma invece nel messaggio. Il nuovo Obama è quindi in realtà un ritorno al passato, una ricerca della speranza perduta, una ammissione degli errori commessi, un tentativo di riconquistare la classe media tradita e gli indipendenti delusi che hanno già abbandonato la barca.

Ma questa…. è soltanto l’ America….

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