TARANTINI COLLABORA CON GLI INQUIRENTI E RACCONTA LA CORRUZIONE IN TERRA DI PUGLIA
L’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, cerca di salvarsi le penne, e durante gli interrogatori di qualche giorno fa dai magistrati del pool sanità in una caserma della guardia di finanza a Roma, ha iniziato a fare strage di nomi di politici, di ex amministratori locali, di medici e di manager della sanità pugliese. I nomi trapelati, sono di persone che in Puglia gestiscono il business della sanità, alle quali l’imprenditore si è rivolto per creare un «sistema» ben oliato che gli avrebbe consentito di fare affari per assicurare alle proprie società guadagni facili e ingenti.
Se fino a poco tempo fà, gli inquirenti si erano interessati maggiormente alle escort pagate e accompagnate da Tarantini nelle residenze del premier Silvio Berlusconi, oggi finalemtne si inizia a parlare di una PUGLIA CORROTTA e di una SANITA’ allo sfacelo. Infatti per accelerare le indagini sulla corruzione nella sanità il procuratore Antonio Laudati ha affiancato al pm Giuseppe Scelsi, titolare dei fascicoli, i colleghi Eugenia Pontassuglia e Ciro Angelillis. Negli interrogatori a Tarantini, sarebbero emersi fatti nuovi che al momento non si sono tramutati in nuove contestazioni per l’imprenditore barese. Le domande avrebbero riguardato tre fascicoli aperti nei mesi scorsi relativi alla rete corruttiva organizzata da Tarantini per influenzare le decisioni e le determinazioni di medici e di dirigenti sanitari sull’acquisto di protesi distribuite dalle sue società. Negli interrogatori di luglio scorso Tarantini aveva fatto rivelazioni sul giro di escort da lui gestito e sullo spaccio di cocaina durante le feste vip a Bari e in note località italiane. Feste e festini celavano dietro affari molto più importanti, molto più sporchi, ai danni della comunità pugliese…
Iniziano ad uscire nomi importanti dalle rivelazioni di Tarantini. A quanto pare anche Elvira Savino, parlamentare del Pdl, amica del premier Berlusconi, aveva messo le mani sopra l’enorme progetto di edilizia universitaria ideato dalla mafia barese con denaro riciclato all’estero che a Valenzano (Bari) prevedeva la realizzazione di un’opera capace di accogliere 3.500 studenti. In verità l’uomo chiave di quest’inchiesta è l’imprenditore barese Labellarte, visto che la deputata Savino sarebbe stata indagata per un conto a lei intestato ma di proprietà dell’imprenditore barese. Vergogna..
A dire il vero le rivelazioni di Tarantini non hanno nulla a che fare con gli arresti di ieri riguardanti la mafia barese. Si tratta di due vicende distinte, perciò sarebbe preferibile non gettare tutto in un unico calderone, nel quale risulterebbe poi difficile individuare i veri colpevoli. Tanto in Italia ciò che conta è solo la bolla mediatica, funzionale peraltro al sistema, che proteggendo i reali autori di tali aberrazioni,finisce poi per crocifiggere i vari TARANTINI DI TURNO,veri e propri fantocci.