VINITALY 2010 . IL PIU’  IMPORTANTE PALCOSCENICO DEL VINO ITALIANO

Al via oggi,  la 44esima edizione del Vinitaly, il Salone internazionale del vino e dei distillati di Verona che si apre  all’insegna della fiducia e del business. Tutto pronto  anche per Sol, dedicato all’olio vergine ed extravergine d’oliva, Agrifood Club ed Enolitech. Business, promozione e internazionalizzazione sono le parole chiave della rassegna leader di Veronafiere che, dopo la crisi mondiale del 2009, si propone come appuntamento indispensabile per la ripresa e il rilancio del settore.

La Puglia si prepara all’evento con una flotta composta da centoquaranta aziende ed oltre  1.500 etichette. Da oggi  e fino al 12 aprile la regione del sole e del mare sarà presente alla 44esima edizione di Vinitaly, la rassegna enologica più importante d’Italia con un respiro internazionale. Le 140 aziende che hanno scelto di partecipare unite si ritroveranno nel padiglione 10 dell’assessorato regionale alle Risorse agroalimentari; una trentina quelle che, come da tradizione, esporranno in maniera autonoma sparse tra altri padiglioni. Indubbio il vantaggio per chi esporrà, però, nel padiglione regionale, dal momento che visitatori e compratori potranno percorrere itinerario dedicato alla scoperta dei diversi territori enologici pugliesi (Daunia, Murge, Messapia e Valle d’Itria, Salento) e dei suoi vitigni più importanti. Altrettanto indubbio,  è anche il valore che la manifestazione ha per l’economia pugliese se Regione e Unioncamere hanno deciso di investire, complessivamente, 800mila euro per consentire la partecipazione delle aziende all’esposizione di Veronafiere.

Nel  2009 la  Puglia vantava di  300mila ettolitri di vini doc e un milione 350mila di igt prodotti, su una superficie complessiva di oltre 23mila ettari. Mentre l’imbottigliato è raddoppiato negli ultimi cinque anni. La Puglia inoltre continua a essere tra le regioni più «blasonate» con i suoi 26 vini doc e sei docg. Ma ci sono anche proposte di aggiornamento dei disciplinari di produzioni di molti vini doc già riconosciuti; e ancora per legare il nome del vitigno al territorio (ad esempio Negroamaro di Terra d’Otranto e Terre di Nero di Troia) e per modificare alcune igt.