IN PIENA CRISI , I LAVORI DI OGGI E I LAVORI DI IERI .

  

Non sempre lavorare in una grande  multinazionale risulta essere la migliore scelta . Le ultime ricerche sul mercato di lavoro indicano che conviene bussare alle porte di piccole e medie imprese, che non solo garantiscono la copertura per  oltre 12 milioni di occupati, incidendo così sull’81,3% del totale nazionale, contro una media del 61,4% in Francia, del  60,6% in Germania e del 54% registrato nel Regno Unito. Ma anche perché gli ultimi sondaggi indicavano anche che, in media, le Pmi sembrano, per ora, intenzionate a cercare nuovo personale ai livelli dichiarati in precedenza all’appesantimento della crisi finanziaria globale.

E la laurea ? …. Ma questo pezzo di carta …. serve ancora ?

Considerando truffe,raccomandazioni,nuovi ordinamenti,diplomi teleweb,e tante altre magie , la mia considerazione è che si stava meglio prima , quando i nostri nonni   stavano con i piedi nel fango 8 ore al giorno, per mesi, strappando le erbacce,o i nostri bisnonni che rimanevano ore impantanate nelle paludi, a caccia di rane . Oggi se vuoi lavorare in proprio o magari nel settore pubblico  bisognerebbe spostarsi a Belluno , piuttosto che Reggio Emilia.La recentissima classifica sulla “Qualità della vita nelle province italiane”, realizzata dal Sole 24 Ore, alla sezione “Affari e Lavoro”, segnala ai primi posti aree alpine e dell’Emilia. Così è più facile trovare spazi per lavorare – anche da autonomo – a Cuneo, Bolzano, Belluno, Trento, Sondrio, Asti. e ancora molto bene in questo senso Ravenna, Grosseto, Piacenza, Aosta e Reggio Emilia. Inoltre tra queste province, l’indagine segnala che Reggio Emilia, Belluno e Piacenza sono aree dove in percentuale risulta il più alto numero di giovani con un lavoro. Sul fronte opposto, vita durissima per i ragazzi e le ragazze nelle quattro province siciliane di Palermo, Caltanissetta, Enna e Agrigento, agli ultimi posti della classifica.

 In conclusione se ancora siete alla ricerca del lavoro dei vostri sogni ……… anzi no …. di questi tempi è meglio parlare solo di lavoro ;  io vi consiglierei di andare a caccia di rane.Occhio nel caso soffriste di  reumatismi, vi farà scricchiolare le ossa solamente l’idea: il raccoglitore di rane rimaneva infatti immerso per ore nelle paludi per catturare rane . Per farlo usava una lenza innescata con una lumaca, ma nel periodo della riproduzione utilizzava due femmine legate per il collo, pancia contro pancia. A ogni lancio sollevava a grappoli ranocchi (maschi). Decapitate e spellate, le rane venivano confezionate in filze tenute da un giunco e vendute a dozzine. La professione era particolarmente diffusa tra ‘800 e ‘900 nelle paludi pontine (Latina).