Finanziamenti nel settore della Ristorazione

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Ristorazione: un settore che non conosce crisi. La ristorazione tradizionale non conosce crisi. Questo perché il conviviale pranzo al ristorante, sia per un veloce “mordi e fuggi” che per una ricorrenza importante, fa ormai parte delle abitudini di tutti gli Italiani ed è diventato tappa irrinunciabile della nostra vita sociale.

Per aprire un ristorante di successo è fondamentale essere dei professionisti e assumere collaboratori competenti, ma incidono anche altri fattori: una localizzazione strategica e la promozione. Importantissimo è personalizzare la propria offerta, scegliendo una formula poco diffusa, come il ristorante a tema o quello macrobiotico, o affidandosi al know how collaudato delle sempre più diffuse catene di franchising, che offrono un valido aiuto a chi sceglie di aprire un ristorante. Se la gestione ristorante di successo è una sfida, il “premio” in palio è molto remunerativo: un’attività ricca di soddisfazioni e sempre a contatto con la gente.

 

Quali sono gli adempimenti burocratici? Per l’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande è necessaria, prima di tutto, l’autorizzazione rilasciata dal Comune nel cui territorio sarà ubicato l’esercizio. Alla richiesta di autorizzazione comunale deve essere allegata la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), nei casi previsti. La domanda per l’apertura, il trasferimento e l’ampliamento va presentata allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune di appartenenza.

A partire dal 1°/04/2010, a seguito della l. n. 40/2007 che ha introdotto la semplificazione per le procedure di avvio delle imprese, tutti gli adempimenti amministrativi previsti per l’iscrizione al Registro delle Imprese (INPS, INAIL, Agenzia dell’Entrata, ecc…), possono essere assolti attraverso la Comunicazione Unica (ComUnica). La stessa, permette di effettuare in un’unica operazione tutte le formalità necessarie la costituzione d’impresa.

 

Quali sono i requisiti per lo svolgimento dell’attività? L’apertura di un’attività commerciale è subordinata al possesso dei requisiti soggettivi (morali e professionali). Per quanto riguarda i requisiti professionali, sono previsti i seguenti casi:

– aver esercitato 2 anni negli ultimi 5 in qualità di titolare, socio, dipendente qualificato o collaboratore in analoga attività;

– possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di laurea, anche triennale, o titoli di studio attinenti;

– avere frequentato un corso professionale per la somministrazione di alimenti e bevande, istituito o riconosciuto dalla Regione;

– essere stato iscritto al REC (Registro Esercenti il Commercio), per attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande o alla sezione speciale del medesimo registro per la gestione di impresa turistica (salvo cancellazione dal medesimo).

E’ obbligatorio al fine di essere abilitati all’attività di somministrazione al pubblico, possedere l’attestato SAB e HCCP. Il primo è l’attestato per la somministrazione degli alimenti e bevande, il secondo assicura una corretta panoramica sulle normative e sulle sanzioni che regolamentano il settore alimentare, fornisce le linee guida per i corretti comportamenti e procedure atte a garantire un’adeguata igiene alimentare.

 

Quali contributi si possono intercettare? Un valido aiuto per chi intenda intraprendere questa strada possono essere i finanziamenti garantiti dalla Nuova Sabatini, finalizzati ad accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese e migliorare l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese (PMI) per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature. Operativamente si tratta di un finanziamento bancario (o leasing), che può essere assistito fino all’80% dell’importo dal Fondo di garanzia, compreso tra 20.000 euro e 2 milioni di euro.

Per la Puglia, una opportunità valida è sicuramente NIDI, il Fondo creato dalla Regione a favore delle Nuove Iniziative d’Impresa, a sostegno delle microimprese di nuova costituzione con un contributo a fondo perduto e un prestito rimborsabile.

Le forme di agevolazione previste da NIDI sono diverse e commisurate all’investimento previsto:

– se si prevede di avviare l’impresa con investimenti fino a € 50.000 l’agevolazione è pari al 100%, metà a fondo perduto e metà come prestito rimborsabile;

– se si prevede un investimento compreso tra € 50.000 ed € 100.000 l’agevolazione è pari all’90%, metà a fondo perduto e metà come prestito rimborsabile;

– per investimenti compresi tra € 100.000 ed € 150.000 l’agevolazione è pari all’80%, metà a fondo perduto e metà come prestito rimborsabile.

È inoltre previsto un contributo sulle spese di gestione dei primi sei mesi pari ad € 10.000.

Il prestito rimborsabile è erogato nella forma di finanziamento della durata di 60 mesi, con tasso fisso, pari al tasso di riferimento UE. Non sono richieste garanzie fatta eccezione per le società cooperative a responsabilità limitata, per le società a responsabilità limitata e per le associazioni professionali per le quali è richiesta una fideiussione personale agli amministratori.

 


 

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