GIOVANI IN PENSIONE CON MENO DI MILLE EURO

Carissimi giovani, non abbiate fretta di diventare vecchi, perché il futuro che ci aspetta sarà più nero di quanto oggi appare, con  pensioni ridotte ad oltre un quarto. Negli ultimi anni, sono stati etichettati nei modi più variegati, “Bamboccioni”, “precari”, “generazione mille euro”, “sfigati con la laurea”, “disoccupati intellettuali”. Insomma i giovani saranno stati pure il bersaglio più colpito in tema occupazione, ma le sorprese non finiscono affatto, in quanto chi oggi guadagna una miseria, avrà un reddito ancora inferiore in vecchiaia. L’allarme è stato lanciato  da una ricerca effettuata dal Censis per conto di Unipol e  presentata a Roma nel corso del convegno «Welfare, italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali». I dati dell’indagine, non sono affatto confortanti. Infatti  il 42% dei lavoratori dipendenti tra i 25 e 34 anni che andrà in pensione intorno al 2050 , dovrà “campare” con meno di mille euro al mese. Attualmente i lavoratori in questa fascia di età che guadagnano meno di mille euro sono il 31,9%, questo significa che in molti si troveranno ad avere una pensione pubblica inferiore al reddito che avevano a inizio carriera. Non solo, ma questa previsione riguarda quelli “più fortunati”, cioè i 4 milioni di giovani ben inseriti nel mercato del lavoro, con contratti “di livello”. Con più grossi problemi invece, sono  i giovani autonomi o con contratti atipici, che sono circa un milione e mezzo  e i circa 2 milioni e mezzo di disoccupati.  Il sistema pensionistico, dunque, rischia di collassare, insieme ai prossimi pensionati ed alle loro famiglie. Negli anni 90, le riforme delle pensioni  hanno garantito la sostenibilità finanziaria a medio termine del sistema, oggi  invece  il costo sociale dovuto alla riduzione delle tutele per le generazioni future, inizia a vacillare. Nel 2010 il  tasso di sostituzione è stato  del 72,7%,  al contrario nel 2040 i lavoratori dipendenti beneficeranno di una pensione ridotta di oltre il 40% dell’ultima retribuzione (in pensione a 67 anni e con 37 anni di contributi), mentre gli autonomi vedranno ridursela  di oltre il 50% (a 68 anni e con 38 anni di contributi). E se  lo scrittore ed aforista Giovanni Soriano, scrisse nel 2007 : “Non è sempre facile essere giovani a vent’anni”, sarebbe opportuno aggiungere oggi : “figuriamoci essere pensionati a 70”. E’ bene quindi andare avanti con calma e sperare di rimanere giovani … il più lungo possibile.