OGGI LA CINA FESTEGGIA I SUOI PRIMI 60 ANNI DI REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Con un dispiegamento di sicurezza senza precedenti, oggi la Cina si appresta a festeggiare il 60esimo anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese. Una festa che la sapiente regia del regime ha trasformato in una celebrazione dello status del paese di nuova potenza mondiale, in primis sul piano militare. Da più di un anno, l’Esercito popolare di liberazione (Apl), il più grande del mondo, prepara la sua prima parata degli ultimi dieci anni, che si concluderà a Piazza Tienanmen davanti al ritratto di Mao. Saranno esibiti 52 tipi di articoli militari 100% cinesi di cui circa il 90% saranno mostrati per la prima volta, come cinque nuovi tipi di missili, compresi quelli balistici intercontinentali. Circa 100.000 fra studenti e lavoratori sono stati mobilitati per la parata che prevede danze, canti, carri allegorici colorati sormontati da spighe di riso giganti o da aerei, nella migliore tradizione socialista. Sono pronti a festeggiare questo importante compleanno i 1.340 milioni di abitanti. Il continente più popoloso del mondo. La cina, dopo i primi decenni d’incerta (e spesso disastrosa) gestione all’insegna del più dogmatico fanatismo ideologico, dal rovinoso “grande balzo in avanti” alle fallimentari “comuni popolari” che causarono diversi milioni di morti per fame si appresta ad inneggiare sessanta anni di censure e dittatura, in nome di un realismo politico assoluto, il Pcc, che ha scambiato la conservazione formale del potere con il totale sacrificio dei propri ideali originari. Tanti auguri alla Cina,….. un paese che grazie ( o per colpa, fate un po voi ) alla globalizzazione, è diventato certamente il maggiore beneficiato del pianeta.
La Repubblica Popolare cinese rappresenta,a mio parere, un caso unico nella storia, infatti sessant’anni fa non si è affermato un comunismo tout court, ma bensì una sua variante davvero originale.La Cina non aveva per ragioni storiche ,sociali ed economiche una condizione favorevole per l’affermarsi dell’ideologia marxista;non vi era una struttura capitalistica,neppure in embrione,la società era prevalentemente contadina,ed inoltre per ragioni per così dire geopolitiche ,storicamente la Cina si era sempre caratterizzata per la sua chiusura verso l’esterno,in sostanza non proprio una situazione idilliaca per i caratteri internazionalistici del comunismo. Cio nonostante si è affermata grazie a Mao una variante del leninismo-marxismo,poi compiutamente definita ne libretto rosso.Nonostante quel che comunemente si afferma,a parere di molti,oggi la Cina si avvicina molto al modello sovietico di Stalin,perchè si è perfettamente instaurato un capitalismo di Stato,cioè un capitalismo che presenta le medesime criticità del suo fratello liberaldemocratico,ma con conseguenze ancora più nefaste,che si sostanziano nel venir meno del pluralismo in ogni settore della società, e nella la morte di ogni pretesa riformista.In passato si diceva: contro Agnelli si può scioperare, ma contro il padrone “pubblico” no.Senza libertà non c’è giustizia sociale(Sandro Pertini).