MAFIA ECONOMY – DEL GIORNALISTA ANTONIO NICOLA PEZZUTO
Non poteva capitare migliore momento di questo per parlarvi di un interessante libro scritto da un amico ed economista, Antonio Nicola Pezzuto. Ho deciso proprio in occasione del ventennale della strage di Capaci, dove perse la vita il dott. Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo con tutta la scorta, e dopo lo scioccante episiodo avvenuto proprio la settimana scorsa in Puglia, a Brindisi, dove ha perso la vita la giovane studentessa Melissa Bassi, di parlarvi di un libro che tende a riflettere ed analizzare la criminalità all’interno degli scenari economici.
Per Antonio Nicola Pezzuto, la prima impresa italiana si chiama Mafia spa, fattura circa 90 miliardi di euro l’ anno, qualcosa come il 7% del Pil equivalente a 5 leggi finanziarie e 8 tesoretti. Nel suo ipotetico consiglio di amministrazione ci sono membri di Cosa Nostra, della Camorra, della ‘Ndrangheta, della Sacra Corona Unita. Ognuna di queste organizzazioni criminali ha le sue peculiarità. Cosa Nostra è un’ organizzazione mafiosa che ha le sue radici in Sicilia. E’ caratterizzata da una struttura rigida di stampo verticale. E’ costituita da commissioni provinciali e da una commissione regionale. La commissione provinciale più importante è quella di Palermo. Per capire l’ economia mafiosa siciliana bisogna rifarsi al modello della mafia imprenditrice che ho appena citato. Ci sono tre fasi. La prima è quella del reclutamento di capitali. La seconda è quella del riciclaggio che avviene quasi sempre attraverso le banche. Basta pensare all’ aumento esponenziale del numero di sportelli bancari verificatosi in Sicilia tra gli anni ’60 e gli anni ’80. La terza fase è quella del reimpiego di queste somme che avviene quasi sempre nel mondo dell’ edilizia e degli appalti pubblici. Naturalmente questo avviene con la collusione e con la complicità di altre aziende o di pubblici amministratori. La Camorra a differenza di Cosa Nostra non ha una struttura così rigida, verticale, ma è composta da bande che si costituiscono e si fondono con estrema facilità. Gli anni importanti che hanno caratterizzato lo sviluppo della Camorra sono stati gli anni ’80 quando i contrabbandieri napoletani si sono resi conto che era molto più redditizio e proficuo il traffico di stupefacenti rispetto alle consuete attività di contrabbando. E così è successo che la Campania, Napoli soprattutto, è diventata una tappa obbligata per l’ eroina che giunge dal Medio Oriente e che viene raffinata in Sicilia prima di essere smistata verso l’ America o il Nord Europa. Quando si parla di Camorra bisogna tenere ben presente una data, quella del 20 novembre 1980, la data del terremoto dell’ Irpinia. La legge 219 aveva previsto uno stanziamento di quasi 8000 miliardi di lire. Una tentazione troppo forte per gli uomini della Camorra che già avevano pensato ad accaparrarsi queste somme per investirle nell’ edilizia e nel mercato delle sostanze stupefacenti. Un altro settore di notevole importanza per quanto riguarda l’ economia della camorra e che va collegato sempre ai famosi anni ’80 è quello del commercio. Infatti, in un primo momento, venivano taglieggiati soprattutto i commercianti napoletani. Successivamente, appunto negli anni ’80, il taglieggiamento si spostava verso la provincia allentando la morsa sulla città. Il camorrista napoletano diventava sempre più manager e quindi avveniva all’ interno della camorra una vera e propria diversificazione di ruoli. La mafia più potente sia da un punto di vista economico-finanziario e sia da un punto di vista strettamente militare è la ‘Ndrangheta calabrese.
Un libro interessante, che vi invita a riflettere, proprio in un momento storico in cui bisogna conoscere la verità. Perchè come disse una volta Paolo Borsellino, tra le frasi più interpretative degli ultimi 20 anni : ” La verità e la speranza non potranno mai essere ammazzate“