LA RIFORMA DEL LAVORO TRA “SFIGATI” E “RACCOMANDATI”

Parlare di esercito in realtà sarebbe troppo riduttivo poiché i numeri si aggirano intorno ai 3.315.580 unità. Ed è proprio quando il Governo si prepara a una nuova riforma sul lavoro, che arrivano i dati più rilevanti di quella parte d’Italia che porta avanti una buona fetta dell’economia nazionale. Loro sono i precari, meglio conosciuti anche come Bamboccioni, Sfigati e per ultimo Monotoni, cosi definiti dallo stesso premier Mario Monti. Sono il simbolo incontrastato della crisi del lavoro, della lotta ai diritti dei lavoratori per l’abolizione del più annoso problema dell’ultimo ventennio: “la disoccupazione giovanile”.  Oggi poi, con l’era di internet, dei social network e della formazione on-line si è trasformata in “disoccupazione intellettuale”. Oltre 3 milioni di lavoratori costretti a svegliarsi ogni mattina e vivere nel limbo delle incertezze, in un sistema che ha per anni incentrato la crescita economica sulla base della pianificazione del futuro professionale e del benessere personale. In un contesto dove oggi sembra sempre più difficile addirittura pianificare un uscita in pizzeria con amici nel fine settimana ( anche se difficilmente gli italiani ci rinunciano- d’altronde “ i ristoranti sono tutti pieni- cit. ”) l’enigma più sussurrato negli ultimi tempi è : Sfigato o Raccomandato ?. Sembrerebbero non esistere altre vie. Sul problema del lavoro in Italia se ne parla tanto senza mai trovare una soluzione. E il quadro nazionale non delude affatto le aspettative. Basta guardare i dati della provincia di Taranto nell’ultimo triennio. Nel 2010 la provincia di Taranto ha registrato un tasso di disoccupazione pari al 12.5 % trovandosi al 21 esimo posto su 110 provincie italiane. La segmentazione delle imprese in provincia per settore di appartenenza è scioccante. Bene solo il settore del commercio a +12.75%Agricoltura e pesca +77.50%. Male tutto il resto. In particolare i dati più eclatanti riguardano il settore dell’energia con – 55.72% e servizi -37.84. E la sanità ? Non poteva che essere a – 15.51%. Di fronte a questi dati non c’è nulla di gratificante per le nuove generazioni secondo cui l’unica chiave per accedere al mondo del lavoro è la “parentopoli della politica” (Sbagliatissimo). Proprio nelle ultime settimane è partita una campagna mediatica sui figli e parenti dei politici. Il più clamoroso è stato il caso della figlia del Ministro del lavoro Elsa Fornero, che ha addirittura 2 posti fissi nelle Università gestite dalla sua famiglia. Ma non bisogna andare lontano. Basta scrutare gli albi pretori dei comuni del Tarantino  per scorgere subito che incarichi ed avvisi pubblici sono tutti sotto il segno della “politica di palazzo”. A quest’ annoso problema si aggiungono le aziende in crisi che puntano più che alla produttività del personale, all’abbassamento dei costi sulle assunzioni. In pratica per un azienda privata non è importante  avere un curriculum come quello della figlia del Ministro, ma è preferibile possedere requisiti per ottenere sgravi fiscali per l’assunzione. Il vecchio sistema delle raccomandazioni c’è sempre stato ma oggi più che mai sembra avere il sopravvento su quei pochi posti di lavoro esistenti sul territorio. Ma cosa lacera in realtà il mercato del lavoro in Italia ? Uno dei punti di accordo tra i diversi esperti del campo è la totale mancanza dello Stato nella gestione lavorativa. Il sistema scolastico italiano è aberrante. Se i giovani oggi sono molto meno competitivi di una volta, la colpa è da attribuire al sistema che non li forma abbastanza. La scarsa cultura del merito è la principale causa d’impoverimento del nostro paese. E’ dura ammetterlo ma siamo la società più ineguale del mondo occidentale. La classe dirigente dovrebbe essere molto più responsabile. Perché si continua a lasciare nelle mani d’incompetenti il futuro dell’economia dell’intero paese ?