LE GRANDI OPERE FINANZIATE CON I BOND

Giungono finalmente buone notizie nel campo della finanza a progetto (project financing), l’operazione finanziaria con la quale le pubbliche amministrazioni realizzano opere pubbliche il cui onere finanziario è parzialmente o totalmente a carico del privato, sulla base di un piano finanziario in grado di garantire l’autofinanziamento dell’operazione stessa.

La novità giunge direttammente dal  ministero dell’Economia, con il sostegno tecnico della Cassa depositi e prestiti, cui si pone l’obiettivo  di escludere le problematiche che finora hanno di fatto impedito l’utilizzo dello strumento obbligazionario: ipoteche sui beni demaniali e assenza di  decreti ministeriali sulle modalità di ‘pubblicizzazione‘ di rischi troppo elevati legati alle emissioni.

Secondo il DL in esame al Governo, verranno infatti sottoscritti  dei bond, riservati a soggetti particolarmente qualificati come banche, assicurazioni, fondi pensione e forse istituti previdenziali, come maggiore strumento di finanziamento per le grandi opere.

Il problema da affrontare riguarda principalmente quello degli incentivi fiscali a chi realizza infrastrutture e  soprattuto quello dei 3 miliardi di finanziamenti pubblici che dovrebbero arrivare dai mutui revocati alle grandi opere in ritardo (2 miliardi) e dai fondi (FAS e UE ) non spesi per il Sud nel periodo 2000-2006 ( oltre 1 miliardo di euro).

Una tra le importanti novità del possible Decreto Legge (fonti : Sole24Ore), sarebbe quello relativo alla possibilità di sostituire il contributo pubblico con la cessione di immobili pubblici. Nel pacchetto decreto viene proposta l’introduzione nell’ordinamento del ‘contratto di disponibilità’. In pratica è l’operazione di partenariato pubblico-privato in cui un ente pubblico affida al general contractor la costruzione a proprio rischio e spesa di un’infrastruttura privata adibita a servizio pubblico.