50° CONGRESSO NAZIONALE UNGDCEC

50° CONGRESSO NAZIONALE UNGDCEC L'AQUILA UNIONE GIOVANI DOTTORI COMMERCIALISTI ED ESPERTI CONTABILI DI TARANTO

 

Sono tornato da meno di 24 ore dal 50° Congresso Nazionale dei Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e già ne sento la nostalgia. Entusiasmo, voglia di cambiamento, determinazione, professionalità, coesione e desiderio di confronto sono soltanto alcune delle emozioni che ho vissuto nei tre giorni di L’Aquila insieme ai 1375 colleghi provenienti da tutta Italia. Una location mozzafiato come quella del capoluogo abruzzese, abbracciata dalle catene montuose degli Appennini Continentali e dai folti e colorati boschi del comprensorio del Gran Sasso,  ha fatto da cornice al   50° Congresso Nazionale dei Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili dal titolo “ I Dottori Commercialisti come risorsa per gli Enti Locali: la sfida dei Giovani”. La massiccia presenza di giovani professionisti ha dato ancora più valore alla sensibilità della nostra categoria che si è riunita proprio a L’Aquila, in quella città ancora segnata dal sisma del 6 aprile 2009. Impeccabile la macchina organizzativa di  Ettore Perrotti, presidente del Comitato Organizzatore e coordinatore  della regione Abruzzo dell’Unione, che ha proposto la candidatura della città  a ospitare l’imponente congresso alla giunta nazionale, con i sentiti apprezzamenti da parte del  Presidente dell’Unione Nazionale, Eleonora Di Vona e del  presidente del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili Claudio Siciliotti. I lavori del Congresso si sono tenuti all’interno della Cittadella delle Istituzioni del G8, nell’Auditorium “Gen. S. Florio” della Scuola della Guardia di Finanza.  Un’ esperienza unica nel suo genere dove i lavori del congresso si sono trasformati sin da subito in  un  laboratorio di idee, per rappresentare un Paese che vuole cambiare, che vuole investire sui giovani e proseguire una strada volta al rinnovamento ed all’aggregazione. Siamo partiti da Taranto, per me è stata la mia prima esperienza congressuale nazionale, insieme al direttivo dell’Unione Giovani Commercialisti di Taranto, capitanati dalla presidente Mariangela Palazzo. Una full immersion di tre giorni per sostenere la nostra appartenenza alla categoria, per respirare quella che fino a qualche tempo fa non conoscevo e che si chiama “aria Unione”. Tanti i punti toccati in tre giorni, a cominciare dal Federalismo fiscale, nella prima giornata, con annesse implicazioni concernenti la responsabilità amministrativa degli enti e alla riduzione dei fondi messi a disposizione dallo Stato,  fino a arrivare poi nella seconda giornata di venerdì al tema della “Accountability nella Pubblica Amministrazione”.

 Molto interessante l’intervento di Luciano Hinna, docente di economia e gestione delle aziende e della Pubblica Amministrazione presso l’Università Tor Vergata di Roma, che ha ripercorso l’ articolato rapporto tra cittadini ed enti pubblici. Hinna ha sottolineato il fatto che la nostra generazione è figlia di una tradizione per cui gli enti pubblici non danno conto ai cittadini ma piuttosto agli organismi di controllo, dove il vero interesse  non è quello di monitorare i  risultati ottenuti ma piuttosto  rendicontare i soldi spesi. La sua idea è quella propria di far diventare gli enti locali come vere e proprie “case di vetro”, cioè degli organismi trasparenti che collaborano e lavorano in sinergia con gli stessi cittadini. Un progetto ambizioso che potrebbe dare più linfa sia agli enti locali che agli stessi cittadini che si trovano oggi a interagire con amministrazioni locali che sono ancora molto insofferenti nel rendere le informazioni attese.  Il congresso è poi terminato sabato  con  l’assemblea nazionale dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.

Sapete, quando non conoscevo ancora il mondo dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti,  avevo come l’impressione di essere  “ uno solo in mezzo a tanti”. Agli inizi pensavo che i dottori commercialisti in Italia fossero persone isolate, tacite e non molto aperte al cambiamento. Per questo motivo mi sentivo un “pesce fuor d’acqua” perché avvertivo la necessità di rappresentare la nostra categoria in maniera diversa da come inizialmente la percepivo. Avevo la necessità di scoprire il nuovo e volevo condividere questa mia sensazione con i colleghi. Studio, aggiornamento, vivere la professione non solo sui libri e con i clienti ma anche con amici e colleghi che la pensavano al mio stesso modo. Ero pronto a condividere il mio entusiasmo con voi ma non sapevo come trovarvi. Ero pronto a esprimere la mia idea sulle riforme che stanno caratterizzando non solo la nostra professione ma anche il nostro rapporto con la gestione degli enti pubblici, ma non sapevo come spiegarlo. Oggi posso finalmente dire di non essere più solo. A L’Aquila non è stato possibile conoscervi tutti ma sentivo di poter condividere con voi  gli stessi ideali, il vero spirito di questa categoria,  quello spirito che noi giovani dottori commercialisti dobbiamo salvaguardare e rispettare con energia. Perché come disse Esopo L’Unione fa la forza”. Grazie L’Aquila.