Alcune semplici regole da tenere sempre a mente se si vuole realizzare un idea d’impresa

Solo nei momenti più difficili è facile carpire il migliore vantaggio. Per arrivare a questa affermazione non mi sono servito di ricette magiche  o manuali di scienza economica. Basterebbe semplicemente analizzare il comportamento quotidiano per assimilare come molto spesso si possono evitare degli errori semplicemente pianificando al meglio le azioni. 

Certo, bisogna fare i conti con il mercato finanziario, ma  è proprio l’economia basata sulle informazioni che può consentire al sistema di migliorare e non commettere sbagli.

Il punto di partenza è molto semplice e il più delle volte scoraggia tutti quelli che hanno intenzione di realizzare una START –UP : la ricerca del capitale iniziale.

Ma come si può realizzare un’idea imprenditoriale partendo da zero ?

Certo sarebbe semplice se una mattina di fine luglio ci svegliassimo di balzo dal letto per cominciare a realizzare la nostra idea imprenditoriale sopraggiunta in sogno.

Per finanziare una START-UP oltre alle idee ci vogliono capitale, risorse umane e tanta … tanta … pazienza ! Ma quali sono i primi passi fondamentali per iniziare a rintracciare il capitale per il vostro investimento.

1)      La prima regola basilare è :  il rischio d’impresa

Quando le vostre  menti imprenditoriali sono a lavoro, la domanda che dovete porvi  è una soltanto :  “Sono disposto a rischiare ciò che ho, per ottenere ciò che voglio?”

Trovare degli investitori generosi che supportano la realizzazione della vostra idea imprenditoriale, è molto difficile. Solo se siete realmente convinti che il vostro ROI * sia concretamente elevato,  allora potrete comprendere se investendo nei vostri risparmi è possibile trarne un beneficio.  E’ il caso di Domenico Petrone, Presidente di Viasat Group e vincitore della quindicesima edizione del Premio, “L’Imprenditore dell’Anno 2011” per la categoria Technology and Innovation, promosso da Ernst & Young, con il patrocinio di Borsa Italiana e in collaborazione con Il Sole 24 Ore,  che è riuscito a rivoluzionare il settore dell’innovazione dopo aver rischiato le sue finanze personali oltre 30 anni fa.  

2)      La seconda regola è : metteteci la faccia

Ho realizzato il mio sito web con una visone precisa :  “ Io ci metto nome, faccia e pensieri”. Con questo non voglio mica dire di essere innovativo. Ho solamente preso in considerazione uno slogan molto più vecchio di me, ma che descrive a pieno la mia personalità. Non bisogna mai avere paura di esprimere la propria idea. Ma ancora più importante è riuscire a costruire l’immagine alla vostra idea. Pensare alla grande non  è un errore e soprattutto non è un errore se riuscite a dare un volto al vostro pensare. Questa è una filosofia vecchia quanto il concetto d’ impresa. Basterebbe per esempio citare  David Harland Sanders,  il fondatore della ristorazione a sistema commerciale Kentucky Fried Chicken (KFC). Il Colonnello Sanders aveva inventato la magica miscela di spezie per il  pollo fritto e sapeva che la sua idea era vincente. Ciononostante ha continuato per anni a presentare a oltre  1.000 ristoranti la sua ricetta e contestualmente veniva respinta. Non si è mai arreso fino a quando la sua ricetta è stata presa in considerazione e dal 1980  il suo volto  è il logo ufficiale di ogni ristorante KFC in ogni parte del mondo.

3)      La terza regola  è : costruire relazioni sociali

Le relazioni sociali sono il vero fondamento della vostra idea. Non dovete raccontare la vostra idea. La dovete testare. Avete bisogno di un confronto reale senza far capire veramente ai vostri interlocutori che dietro alle abituali discussioni esiste la vostra idea vincente. Per lanciare una START-UP bisogna crescere e avere successo. Questo si può ottenere solo con il confronto. Sarebbe difficile potersi fidare di qualcuno in questo momento dove tutti sono a caccia d’idee realizzabili. Ma sta alla vostra intraprendenza riuscire a esporre la vostra visione e poterne misurare  tangibilmente opportunità e fattori di criticità.

4)      La quarta regola è : cogliere  e sviluppare tutte le opportunità

Demostene diceva che “ le piccole opportunità sono spesso l’inizio di grandi imprese”.  Oggi la realtà non è per nulla cambiata. Due  mesi fa  ho ricevuto contatti da un’interessante giovane realtà aziendale pugliese.  L’azienda in pochi anni ha focalizzato il suo core-business partendo inizialmente da una produzione artigianale e in breve tempo puntando a quella industriale. Nonostante il grande affanno dell’industria, alle prese con la spietata concorrenza della manodopera Indocinese, sono riusciti a sviluppare e allargare il loro mercato attraverso una politica dei prezzi concorrenziali utilizzata attraverso i canali dell’e-commerce e puntando inoltre ad una crescente sensibilità dei mercati e del consumatore finale alla salvaguardia delle risorse ambientali. Con un’attenta analisi di mercato e della concorrenza abbiamo indirizzato la linea di produzione primaria in  eco-friendly  attraverso l’utilizzo di materie prime provenienti dal territorio italiano  e gestite in maniera responsabile. Questa nuova “vision” ha permesso alla società di spingere la produzione con l’acquisizione e fidelizzazione di nuovi clienti soprattutto all’estero.

5)      La quinta regola è :  la correttezza

Siate in primis corretti con voi stessi altrimenti, sarà difficile poter essere corretti nei confronti dei vostri investitori. La prima cosa che farà il vostro finanziatore, sarà quella di andare a fondo al vostro progetto. Capire realmente se la vostra idea potrà riuscire nel minor tempo possibile a coprire una buona fetta  del mercato di riferimento . Per farlo dovete aver analizzato i vostri competitor,  aver pianificato una strategia di guadagno nel medio e lungo periodo e soprattutto  aver quantificato  i vostri clienti potenziali.

 

 

Ricordatevi che la Creatività d’impresa è nata in Italia. Adesso non vi resta che saperla vendere !

 

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 Note : Il ROI è uno degli indici di valutazione maggiormente usato nella pratica contabile delle aziende. Esso misura la redditività del capitale complessivamente investito nell’impresa, tenendo in considerazione sia il capitale portato a titolo di rischio sia quello sottoforma di debito in prestito. Le componenti, a cui si riferisce il Roi, appartengono alla gestione operativa o tipica. In particolare, l’indice è uguale al rapporto il reddito operativo e il capitale investito in azienda.