LA RESIDENZA TEATRALE DI MASSAFRA PRESENTA UN NUOVO PROGETTO CONTRO LA MAFIA

Conferenza Stampa "Il coraggio della verità. La mafia esiste, ma anche noi"

Presentato sabato scorso, nel foyer del Teatro comunale di Massafra, il progetto “Il coraggio della verità. La mafia esiste, ma anche noi”, rientrante nella sezione “Teatri della Memoria” della stagione 2011 – 2012 “Scenari in Rete” della Residenza Teatrale di Massafra, nell’ambito di “Teatri Abitati: una rete del contemporaneo”, finanziato dal FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) Asse IV azione 4.3.2, affidato dalla Regione Puglia Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo al Teatro Pubblico Pugliese. Sei gli appuntamenti  in programma tra incontri culturali, spettacoli teatrali, videoproiezioni al Teatro di Massafra e visita ai terreni confiscati alla mafia a Torchiarolo promossi sia dal Teatro Le Forche che dalla cooperativa sociale “Il Filo di Arianna”, dalla sezione di Taranto di “Libera – Associazioni, nomi, numeri contro le mafie”, in collaborazione con le associazioni “La Finestra” e “Max Cavallo”, la casa editrice Coppola Editore di Trapani, la Libreria Im@n, il cineteatro “Spadaro” e la Bcc Massafra. Un progetto di grande valore che si svolgerà proprio a Massafra, una città del Sud Italia, dove quasi sempre l’argomento mafia si rivolge a due categorie di persone. Quelli che rispondono con attenzione e coloro i quali continuano a fare i “sordi”. Il progetto mafia, arriva poi in momento tanto attuale, visto gli imminenti tagli previsti dalla finanziaria 2011 a fronte del risanamento del debito pubblico italiano, che ha previsto proprio nei giorni scorsi, con un disegno di legge sulla stabilità di bilancio, un  taglio di circa 13 milioni di euro  alla Direzione investigativa antimafia (Dia), importo che la sola  Dia di Bari ha recuperato con le confische dell’ultimo anno.

«Ma oggi com’ è la mafia ? È ancora coppola e lupara? – queste le parole con le quali il coordinatore del progetto Giuseppe Ancona (cooperativa “Il Filo di Arianna”) ha presentato la rassegna di eventi -. Lo scopo di questo progetto è duplice: raccontare cosa sono oggi le organizzazioni criminali e cosa è possibile fare per contrastarle, attraverso i volti di chi lotta per sconfiggerle, le testimonianze di chi mette a rischio la propria vita per abbatterle, il lavoro nei terreni confiscati, l’impegno di chi semina la cultura della non violenza e la forza di chi ha il coraggio di dire la verità, con l’ausilio di forme espressive diverse, per rimarcare che “la mafia esiste, ma anche noi!”». «Abbiamo aderito con molto entusiasmo a questo progetto – ha sottolineato la responsabile del settore formazione di Libera Anna Addabbo -, portando il nostro contributo alla sua ideazione e organizzazione. Attraverso la formazione delle nuove leve possiamo sconfiggere la mentalità mafiosa e arrivare all’obiettivo di una cittadinanza attiva e di una democrazia realmente partecipata». Il progetto partirà  giovedì 3 novembre (ore 18,30), con la presentazione del libro “Demoni e Sangue” di Francesco Saverio Alessio. All’incontro, oltre all’autore, parteciperanno i giornalisti Pietro Orsatti ed Emiliano Morrone, quest’ultimo in videoconferenza. La serata sarà dedicata a Max Cavallo, videomaker massafrese prematuramente scomparso, amico fraterno dell’autore e di Emiliano Morrone e si concluderà il 6 maggio, con un convegno di chiusura in mattinata, con inizio alle ore 10.30, al quale interverranno don Tonio Dell’Olio, responsabile internazionale di Libera, Nicola Fratoianni, assessore regionale alla Trasparenza e alle Politiche Giovanili e Giulio Cavalli, attore e regista sotto scorta da due anni a causa delle minacce ricevute dopo la messa in scena della performance teatrale “Do ut Des” su riti e conviti mafiosi. A conclusione le parole del  direttore artistico del Teatro Le Forche Giancarlo Luce, che ha sottolineato come << è sempre importante non abbassare la guardia  e continuare a parlare qui al Sud di questi fenomeni, anche con strumenti diversi da quelli tradizionali, quali la letteratura e il teatro civile, perché il teatro è “l’agorà della città”, il fondamento di tutte le epopee che valorizzano la storia del territorio.