LA MALATTIA DEL SUINO. SCOPPIA LA PSICOSI NEL MONDO INTERO.

E’ meglio conosciuta come “H1N1”, la malattia del suino è un terribile virus in grado di trasmettersi da uomo a uomo, per via aerea e non per ingestione, immune ai vaccini comunemente usati contro l’influenza ma debellabile con i più conosciuti farmaci antivirali. È salito a quota 152 il bilancio «probabile» delle vittime dell’influenza suina in Messico, il Paese epicentro dell’epidemia che sta mettendo in allarme il mondo intero. Oltre al Messico e agli Stati Uniti, primi Paesi colpiti dal virus H1N1, casi di febbre suina sono stati registrati in Nuova Zelanda, Spagna, Israele e Canada. Le ultime fonti parlano di possibili casi anche in Cina.

MA COME SI DIFFONDE L’INFLUENZA DEI SUINI ?

I virus dell’influenza suina si diffondono fra i maiali per via aerea, per contatto diretto e indiretto e attraverso portatori asintomatici. I virus dell’influenza suina possono trasmettersi tra i maiali durante tutti i mesi dell’anno, ma la maggior parte delle epidemie si manifesta nelle zone temperate nel tardo autunno e in inverno. Molti paesi sono soliti vaccinare la popolazione suina contro il virus. I virus dell’influenza suina sono più comunemente quelli del sottotipo H1N1, ma nel corso degli anni sono emerse altre varianti, come ad esempio H1N1, H1N2, H3N2 e H3N1. I maiali possono anche contrarre i virus dell’influenza aviaria, virus influenzali stagionali diffusi tra gli esseri umani, così come i virus dell’influenza suina. In origine si pensava che gli esseri umani avessero trasmesso il virus H3N2 ai suini. Può capitare che i maiali vengano infettati da più di un virus per volta: il che può permettere ai geni di mischiarsi. Quando i suini vengono infettati da diverse tipologie di virus influenzali, si va incontro a fenomeni di «riassortimento» del virus. Sebbene i virus dell’influenza suina siano normalmente tipici della specie, ci sono stati a volte casi di contagio dai suini agli esseri umani.

Rispetto all’influenza aviaria, la febbre suina si è per ora caratterizzata per un basso rapporto tra il numero delle persone contagiate e quello dei decessi dovuti al virus. Il numero di morti rispetto a quello degli infettati era decisamente alto nel caso dell’aviaria, quando più della metà dei casi segnalati sono morti, mentre la situazione attuale è nettamente diversa. Il problema di fondo è che una informazione sciacalla, che io definisco” figlia illeggittima del matrimonio tra la globalizzazione e il progresso”, ha gia iniziato a manifestarsi nel pianeta.Sembra nuovamente  che si sia scatenato l’effetto panico globale, come quello che caratterizzò la febbre aviaria (che aveva interessato i polli) o la ‘mucca pazza’ (che aveva interessato i bovini) prima ancora.La minaccia di una nuova pandemia influenzale di origine animale ha portato due dei giganti del settore farmaceutico, la svizzera Roche Holding e la britannica GlaxoSmithKline a registrare, rispettivamente, una crescita delle proprie azioni del 35% e del 38%, crescita che, secondo gli esperti, è destinata ad aumentare col passare delle ore e il diffondersi dei timori alimentati dai media.Le due aziende producono infatti due medicinali antiinfluenzali, il Tamiflu della Roche e il Relenza della Glaxo, che  potrebbero essere acquistati in grandi quantità per far fronte alla nuova, presunta, minaccia. Si ipotizza che gli U.s.a. avrebbero già acquistato 31 milioni di prodotti…….. il che è colossale.L’azienda farmaceutica australiana Biota Holdings, che ha inventato il Relenza, la cui licenza è stata successivamente venduta alla Glaxo, ha visto oggi crescere le sue azioni sul mercato di ben l’82%.Col passare delle ore presunti casi di influenza suina, o porcina come la definiscono alcuni, vengono segnalati in continuazione da ogni angolo del pianeta: dalla Spagna, alla Francia, dall’Italia a Israele, all’Asia, Burundi,Uruguay. Immaginate quindi la macchina economica del settore farmaceutico come sia in moto in queste ultime ore. Di sicuro,  il settore adesso… non è più in crisi… magari un curriculum alla  Roche , non sarebbe male. C è sempre un enorme compromesso tra la vita e la morte, cè sempre un business e un conflitto d’interessi che imbelle dietro l’angolo. Gli specialisti parlano di una situazione sotto controllo in Italia. Di sicuro, nonostante sia stato detto e ridetto, che la carne di maile non è cancerogena, se le industrie farmaceutiche faranno scintille, in ordine di budget economico, non se la passeranno bene le aziende di salumi. La paura è paura ignorante, molto spesso.

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