L’agevolazione favorisce  l’interesse del risparmio di “fascia alta” per il private capital  

Via libera al maxi emendamento presentato dal Governo nel Decreto Crescita,  che ha visto da parte delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera l’approvazione dell’articolo 36-bis che prevede misure per favorire i fondi di investimento europei a lungo termine. Ma il beneficio non è  doppio e riguarda nello specifico  la detassazione dei capital gain (come per i Pir) per le persone fisiche che investono negli ELTIF somme per un ammontare massimo di 150mila euro annui e 1,5 milioni complessivi. Un’agevolazione che entrerà in vigore solo nel 2020 e in via sperimentale, ma con  l’obiettivo  di estendere i benefici anche alle  persone giuridiche.

Ma vediamo nello specifico che cosa sono gli ELTIF

ELTIF è acronimo di European Long Term Investments Funds. Si tratta di fondi di natura chiusa, introdotti da un regolamento comunitario del 2015 (Regulation EU 2015/760), che puntano ad avvicinare i risparmiatori retail di casa nostra all’investimento illiquido.
Una finalità non molto distante da quella che ha fatto nascere i PIR, in confronto ai quali ci sono comunque alcune differenze. Gli investitori privati non saranno comunque gli unici destinatari di questa tipologia di prodotti, rivolti anche alla categoria degli istituzionali. Ma agli ELTIF va proprio il merito di dare la possibilità ai primi di accedere a investimenti di solito abbordabili solo dai secondi.

I fondi Eltif devono impiegare almeno il 70% del proprio patrimonio in investimenti a lungo termine nel capitale di rischio (azioni) o in quello di debito (obbligazioni) di aziende europee che rispettano questi requisiti:

  • Capitalizzazione di mercato inferiore ai 500 milioni di euro;
  • Settore di appartenenza non finanziario;
  • Domiciliate in uno stato dell’Unione europea o in altro stato che soddisfi determinati requisiti in termini di normative su riciclaggio, antiterrorismo e fisco.

Il restante 30% del patrimonio di un fondo Eltif può essere destinato ad attività diverse dagli investimenti a lungo termine, purché vengano comunque rispettate queste condizioni:

  • Divieto di vendita allo scoperto di attività;
  • Divieto di assumere esposizioni dirette o indirette verso il mercato delle commodities, anche mediante strumenti finanziari derivati, certificati, indici o qualsiasi altro mezzo o strumento che possa generare un’esposizione verso il settore;
  • Divieto di concedere titoli in prestito, prendere titoli in prestito, effettuare operazioni di vendita con patto di riacquisto o qualsiasi altro accordo che abbia un effetto economico equivalente e presenti rischi simili, se ciò incide su oltre il 10% delle attività dell’Eltif;
  • Divieto di utilizzo di strumenti finanziari derivati, salvo i casi in cui l’uso di tali strumenti serva unicamente allo scopo di copertura dei rischi inerenti ad altri investimenti dell’Eltif.

Con l’approvazione nel maxi emendamento presentato dal Governo al Decreto Crescita, l’incentivo fiscale a beneficio degli investitori persone fisiche che sottoscrivono ELTIF prevede  l’esenzione per i redditi di capitale derivanti da investimenti effettuati nel 2020 e mantenuti per almeno cinque anni. Gli ELTIF rappresentano  uno strumento comunitario per interventi a supporto della crescita dell’economia reale. L’agevolazione prevista  ricorrerà solo a determinate condizioni: mantenere l’investimento per almeno 5 anni, il patrimonio raccolto da ciascun gestore non dovrà superare i 200 milioni all’anno, con un tetto di 600 milioni nel complesso, investire almeno il 70% del patrimonio in imprese italiane o residenti in uno Stati Ue, che non operano nel settore finanziario, quotate e non quotate, ma con una capitalizzazione di mercato inferiore a 500 milioni di euro.