Digitalizzazione pmi : Tutti gli incentivi fiscali previsti dal legislatore 

Le pmi e startup italiane procedono  nel percorso verso la digitalizzazione in maniera lenta, nonostante esistano una serie di  eccezionali strumenti messi in campo dal legislatore che permettono di poter beneficiare di incentivi fiscali e finanziari per quelle imprese che vogliono adeguarsi ai nuovi standard digitali.

Il Piano Nazionale Industria 4.0 presentato per prima volta nel 2016 e riconfermato con una serie di modifiche anche nella Legge di Bilancio 2019, è riuscito ad accendere i riflettori sui temi dell’innovazione digitale, a portare il digitale nel dibattito italiano, facendo finalmente comprendere che non si tratta di un tema per addetti ai lavori, ma di una questione cruciale, una leva trasversale a ogni settore e fondamentale per la crescita dell’economia.

Secondo i dati dell’ultimo Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, il valore complessivo dei progetti legati all’Industry 4.0 in Italia è di circa 2,4 miliardi di euro, tra soluzioni ICT e servizi collegati, con una crescita del 30% rispetto al 2017 e un valore quasi raddoppiato in soli tre anni. Il Mise stima che circa la metà delle aziende oltre i 250 dipendenti e più di un terzo di quelle tra 50 e 250 dipendenti abbiano già adottato almeno una tecnologia 4.0. Si scende invece al 24,4% se si guarda alle PMI (fino a 50 dipendenti), che rappresentano la stragrande maggioranza delle imprese italiane.

Ma quali sono gli strumenti messi a disposizione dal Piano Nazionale Industria 4.0 per le pmi italiane ?

Il quadro delle agevolazioni a favore delle imprese che si digitalizzano ed innovano è veramente molto ampio. Il complesso degli incentivi è stato rinnovato con la legge di Bilancio 2019 ed in particolare è stato esteso anche alle imprese di piccola dimensione #startup e #pmi.

Ecco le principali misure previste per le imprese che vogliono digitalizzarsi :

  • SABATINI TER 

E’ considerata  una delle misura più importanti per il piano Industria 4.0 . La misura Beni strumentali (“Nuova Sabatini”) è l’agevolazione messa a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese. L’articolo 20 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34 (decreto Crescita), ha innalzato da 2 a 4 milioni di euro l’importo dei finanziamenti concedibili a ciascun impresa agevolabili ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge n. 69 del 2013 e successive modificazioni e integrazioni (“Nuova Sabatini”). La misura sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.

Possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese (PMI) che alla data di presentazione della domanda:

  • sono regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese o nel Registro delle imprese di pesca
  • sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali
  • non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea
  • non si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà
  • hanno sede in uno Stato Membro purché provvedano all’apertura di una sede operativa in Italia entro il termine previsto per l’ultimazione dell’investimento.

Sono ammessi tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, ad eccezione dei seguenti:

  • attività finanziarie e assicurative
  • attività connesse all’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti di importazione.

 

Le agevolazioni consistono nella concessione da parte di banche e intermediari finanziari, aderenti all’Addendum alla convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico, l’Associazione Bancaria Italiana e Cassa depositi e prestiti S.p.A., di finanziamenti alle micro, piccole e medie imprese per sostenere gli investimenti previsti dalla misura, nonché di un contributo da parte del Ministero dello sviluppo economico rapportato agli interessi sui predetti finanziamenti

  • L’investimento può essere interamente coperto dal finanziamento bancario (o leasing)
  • Il finanziamento, che può essere assistito dalla garanzia del “Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese” fino all’80% dell’ammontare del finanziamento stesso, deve essere:
    • di durata non superiore a 5 anni
    • di importo compreso tra 20.000 euro e 4 milioni di euro
    • interamente utilizzato per coprire gli investimenti ammissibili
  • Il contributo del Ministero dello sviluppo economico è un contributo il cui ammontare è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo pari al:
    • 2,75% per gli investimenti ordinari
    • 3,575% per gli investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti (investimenti in tecnologie cd. “industria 4.0”)

Il funzionamento è semplice : la PMI presenta alla banca o all’intermediario finanziario, unitamente alla richiesta di finanziamento, la domanda di accesso al contributo ministeriale, attestando il possesso dei requisiti e l’aderenza degli investimenti alle previsioni di legge. La banca/intermediario finanziario verifica la regolarità formale e la completezza della documentazione trasmessa dalla PMI, nonché la sussistenza dei requisiti di natura soggettiva relativi alla dimensione di impresa e, sulla base delle domande pervenute, trasmette al Ministero richiesta di prenotazione delle risorse relative al contributo. La banca/intermediario finanziario, previa conferma da parte del Ministero della disponibilità, totale o parziale, delle risorse erariali da destinare al contributo, ha facoltà di concedere il finanziamento alla PMI mediante l’utilizzo della provvista costituita presso Cassa depositi e prestiti S.p.A., ovvero mediante diversa provvista La banca/intermediario finanziario che decida di concedere il finanziamento alla PMI, adotta la relativa delibera e la trasmette al Ministero, unitamente alla documentazione inviata dalla stessa PMI in fase di presentazione della domanda di accesso alle agevolazioni. Il Ministero adotta il provvedimento di concessione del contributo, con l’indicazione dell’ammontare degli investimenti ammissibili, delle agevolazioni concedibili e del relativo piano di erogazione, nonché degli obblighi e degli impegni a carico dell’impresa beneficiaria e lo trasmette alla stessa e alla relativa banca/intermediario finanziario. La banca/intermediario finanziario si impegna a stipulare il contratto di finanziamento con la PMI e ad erogare alla stessa il finanziamento in un’unica soluzione ovvero, nel caso di leasing finanziario, al fornitore entro trenta giorni dalla data di consegna del bene ovvero alla data di collaudo se successiva. La stipula del contratto di finanziamento può avvenire anche prima della ricezione del decreto di concessione del contributo. La PMI, ad investimento ultimato, compila, in formato digitale ed esclusivamente attraverso l’accesso alla piattaforma, la dichiarazione attestante l’avvenuta ultimazione, nonché, previo pagamento a saldo dei beni oggetto dell’investimento, la richiesta di erogazione della prima quota di contributo e le trasmette al Ministero, unitamente all’ulteriore documentazione richiesta.

 

  • IPERAMMORTAMENTO 

Viene confermato dalla nuova legge di stabilità, ovvero dalla Legge di Bilancio 2019, l’Iperammortamento riservato all’Industria 4.0 con aliquote a scaglioni che vanno dal 170% al 50%. L’agevolazione riguarda le imprese che operano nei settori della meccatronica, robotica, big data, sviluppo software, sviluppa materiali intelligenti, stampa 3D, nanotecnologie e internet delle cose (internetof things).

La misura è in linea con altre due importanti azioni previste dalla Legge di Bilancio 2019: la proroga della Nuova Sabatini e la misura che sostiene lo sviluppo dell’Innovation Manager in azienda.

Cosa è l’iperammortamento

E’ un’agevolazione che consiste in una maggiorazione del del costo fiscale ammortizzabile di specifici beni ad alto contenuto tecnologico, in modo da diminuire la base imponibile dell’impresa con conseguente beneficio d’imposta.

Il meccanismo prevede di poter considerare questo costo maggiorato di una certa percentuale rispetto alla spesa sostenuta, in modo tale da poter ottenere una maggiore deducibilità. Attualmente si parla di tre diverse aliquote per l’iperammortamento 2019:

  • iperammortamento al 170% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • iperammortamento al 100% per gli investimenti fino a 10 milioni di euro;
  • iperammortamento al 50% per gli investimenti fino a 20 milioni di euro.

Il meccanismo sarà quindi a scalare e l’extra-deduzione contabile prevista sarà maggiore per gli investimenti di importo più contenuto.

Di seguito la lista completa dei beni incentivati dall’iperammortamento per il 2019: macchine, attrezzature e software.

Beni strumentali

Si tratta di beni il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati e/o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti.

In questa macro-categoria sono comprese:

  • macchine utensili per asportazione;
  • macchine utensili operanti con laser e altri processi a flusso di energia (ad esempio plasma, waterjet, fascio di elettroni), elettroerosione, processi elettrochimici;
  • macchine utensili e impianti per la realizzazione di prodotti mediante la trasformazione dei materiali o delle materie prime;
  • macchine utensili per la deformazione plastica dei metalli e altri materiali;
  • macchine utensili per l’assemblaggio, la giunzione e la saldatura;
  • macchine per il confezionamento e l’imballaggio;
  • macchine utensili di de-produzione e riconfezionamento per recuperare materiali e funzioni da scarti industriali e prodotti di ritorno a fine vita (ad esempio macchine per il disassemblaggio, la separazione, la frantumazione, il recupero chimico);
  • robot, robot collaborativi e sistemi multi-robot;
  • macchine utensili e sistemi per il conferimento o la modifica delle caratteristiche superficiali dei prodotti e/o la funzionalizzazione delle superfici;
  • macchine per la manifattura additiva utilizzate in ambito industriale;
  • macchine, anche motrici e operatrici, strumenti e dispositivi per il carico/scarico, movimentazione, pesatura e/o il sorting automatico dei pezzi, dispositivi di sollevamento e manipolazione automatizzati, AGV e sistemi di convogliamento e movimentazione flessibili, e/o dotati di riconoscimento pezzi (ad esempio RFID, visori e sistemi di visione e meccatronici);
  • magazzini automatizzati interconnessi ai sistemi gestionali di fabbrica.

Per distinguere le macchine aventi diritto all’iperammortamento da quelle che invece avevano diritto solo al superammortamento (non prorogato) vengono poste alcune condizioni, alcune tassative, altre “opzionali”:

  • controllo per mezzo di CNC (Computer Numerical Control) e/o PLC (Programmable Logic Controller);
  • interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni e/o part program;
  • integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura e/o con altre macchine del ciclo produttivo;
  • interfaccia tra uomo e macchina (HMI, ndr) semplici e intuitive;
  • rispondenza ai più recenti standard in termini di sicurezza, salute e igiene del lavoro.

Inoltre, tutte le macchine sopra citate devono essere dotate di almeno due tra le seguenti caratteristiche per renderle “assimilabili e/o integrabili a sistemi cyberfisici”:

  • sistemi di tele manutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto;
  • monitoraggio in continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e adattività alle derive di processo;
  • caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico);
  • dispositivi, strumentazione e componentistica intelligente per l’integrazione, la sensorizzazione e/o l’interconnessione e il controllo automatico dei processi utilizzati anche nell’ammodernamento o nel revamping dei sistemi di produzione esistenti;
  • filtri e sistemi di trattamento e recupero di acqua, aria, olio, sostanze chimiche e organiche, polveri con sistemi di segnalazione dell’efficienza filtrante e della presenza di anomalie o sostanze aliene al processo o pericolose, integrate con il sistema di fabbrica e in grado di avvisare gli operatori e/o di fermare le attività di macchine e impianti.

 

  • Patent box

Il patent box è un’agevolazione che consiste nella parziale esenzione (50%) dei redditi che derivano dall’utilizzo di alcuni beni immateriali. L’obiettivo è quello di favorire un maggior numero di investimenti nelle attività di ricerca e di sviluppo, di incentivare il rientro in Italia dei beni immateriali che al momento risultano collocati all’estero, nonché il mantenimento di quelli che si trovano già in Italia per evitare una loro ricollocazione all’estero.  Sono esenti al 50% i redditi che derivano dalla concessione in uso, dall’uso diretto, dalla cessione ma anche dal risarcimento a titolo di responsabilità contrattuale o extracontrattuale dei beni immateriali.

I beni immateriali  che possono usufruire dell’agevolazione devono essere nuovi, cioè che abbiano carattere di originalità. Nello specifico, sono agevolabili:

1. brevetti industriali,

2. software;

3. know-how;

4. disegni o modelli.

marchi erano inizialmente agevolabili, poi sono stati esclusi per effetto delle prescrizioni OCSE con decorrenza dal periodo d’imposta 2017. Dunque rientrano nell’agevolazione solo i marchi per cui i soggetti interessati abbiano effettuato opzione nel 2015 e 2016.

L’opzione per il patent box si effettua in dichiarazione, è irrevocabile, rinnovabile, e vale per il periodo d’imposta in cui è comunicata e per i successivi quattro.

Possono effettuare l’opzione tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, sia imprenditori individuali che società, i quali svolgono attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla produzione dei beni immateriali oggetto dell’agevolazione.

 

  • Credito d’imposta in ricerca e Sviluppo

La Legge di Bilancio 2019 (Legge 145/2018) ha introdotto  importanti novità per le pmi  e startup innovative che intendono usufruire del credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo nel 2019. Si tratta di uno degli incentivi finora più utilizzati e apprezzati dalle imprese che investono in innovazione, perché ha carattere automatico e si applica senza distinzione a tutti i settori.

 

La novità introdotte riguardano la possibilità di  spesare solo il 25% dei costi di ricerca per le voci relative a:

  •  quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di beni materiali, diversi dai terreni e dai fabbricati, non necessariamente tipici di laboratorio, ma che sono solitamente utilizzati dall’impresa per svolgere le attività di ricerca;
  • competenze tecniche e privative industriali relative a un’invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale anche acquisite da fonti esterne.

Resteranno agevolate al 50% le voci relative a:

  • i contratti di ricerca con le università, le startup e pmi innovative
  • le spese del personale.

L’importo massimo dell’agevolazione è sceso  a 10 milioni di euro. L’aspetto positivo è che fra le voci di spesa ammesse rientreranno anche i materiali e le forniture impiegati anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilota, finora esclusi dalla normativa. In questo caso l’agevolazione copre il 25% del costo. Le imprese beneficiarie saranno tenute a redigere e conservare una relazione tecnica che illustri le finalità, i contenuti e i risultati delle attività di ricerca e sviluppo svolte in ciascun periodo d’imposta in relazione ai progetti o ai sottoprogetti in corso di realizzazione.

Il beneficio è cumulabile con:

  • Superammortamento e Iperammortamento
  • Nuova Sabatini
  • Patent Box
  • Incentivi alla patrimonializzazione delle imprese (ACE)
  • Incentivi agli investimenti in Start up e PMI innovative
  • Fondo Centrale di Garanzia

Il credito d’imposta è fruibile da :

  • Tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa (imprese, enti non commerciali, consorzi e reti d’impresa), indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano
  • Imprese italiane o imprese residenti all’estero con stabile organizzazione sul territorio italiano che svolgono attività di Ricerca e Sviluppo in proprio o commissionano attività di Ricerca e Sviluppo
  • Imprese italiane o imprese residenti all’estero con stabile organizzazione sul territorio italiano che svolgono attività di Ricerca e Sviluppo su commissione da parte di imprese residenti all’estero.

 

  • Voucher innovation manager

E’ tra le  misure più attese  previste dalla Legge di Bilancio 2019, in vigore dal 1 gennaio, e si tratta di  un contributo per agevolare l’inserimento (temporaneo) nelle PMI italiane dei cosiddetti Manager per l’Innovazione, vale a dire manager qualificati il cui scopo sia favorire i processi di innovazione e trasformazione digitale. Il “Voucher Innovation Manager” è disciplinato dall’articolo 1, commi 228, 230-231 della Legge di Bilancio 2019 (Legge 145/2018), pubblicata in GU Serie Generale n.302 del 31-12-2018 – Suppl. Ordinario n. 62. Seppur non si faccia espressamente riferimento al termine “innovation manager”, ma si parli di “manager qualificati”, queste figure possono essere identificate con quella dell’Innovation Manager.

Il voucher per l’Innovation Manager è un contributo a fondo perduto, sotto forma di voucher, a favore delle PMI italiane per avvalersi di prestazioni consulenziali di natura specialistica finalizzate a sostenere i processi di innovazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0, e quelli di ammodernamento gestionale e organizzativo dell’impresa.

Per le micro e piccole imprese, il contributo sarà riconosciuto in misura pari al 50% dei costi sostenuti ed entro il limite massimo annuo di 40.000 euro. Per le medie imprese, invece, il contributo sarà pari al 30% dei costi sostenuti in ciascun periodo d’imposta, con un tetto annuo di 25.000 euro. In caso di adesione a un contratto di rete, il contributo sarà concesso (all’intera rete) nella misura del 50% dei costi sostenuti in ciascun periodo d’imposta ed entro il limite massimo annuo di 80.000 euro.