UN PASS PER ATTRARRE INVESTITORI E STARTUPPER

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Il Destinazione Italia è legge, approvato in via definitiva in Senato. Vediamo i principali provvedimenti del Dl 145/2013, come modificato in sede di conversione, focalizzando sulle misure che interessano le imprese: rimodulazione degli incentivi alle Rinnovabili, Voucher per il Digitale nelle PMI, contributi per Ricerca, Sviluppo e Internazionalizzazione, nuove compensazioni per i crediti con la PA.

Tra le tante e importanti novità rientra anche la possibilità di rilasciare un visto speciale per gli immigrati- startupper che vogliono investire nel nostro Paese.  Per quanto riguarda le misure relative ai cittadini stranieri, il decreto prevede che i ministeri competenti (MISE e MAE ) individuino con apposito decreto forme di agevolazione nella trattazione delle domande di visto di ingresso e di permesso di soggiorno connesse con start-up innovative, con iniziative d’investimento, di formazione avanzata, di ricerca o di protezione degli artisti, da realizzare anche in partenariato con imprese, università, enti di ricerca ed altri soggetti pubblici o privati italiani.
Attraverso la modifica ad alcune disposizioni del Testo Unico sull’immigrazione si prevede:
– la possibilità di convertire il permesso di soggiorno per studio in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, anche per i titolari di master di primo livello (modificando l’articolo 22, comma 11-bis del T.U.), così come già previsto per i possessori di master di secondo livello. Tale modifica completa quella già introdotta con il decreto lavoro (legge n. 99/2013), grazie alla quale gli studenti stranieri che conseguono in Italia non solo un dottorato o un master di II livello, come in passato, ma anche una laurea (triennale o specialistica) possono fruire di un anno di soggiorno ulteriore, dopo la scadenza del permesso, durante il quale poter cercare un lavoro e, in presenza dei requisiti, convertire il loro permesso in un permesso per lavoro subordinato o autonomo. Ora espressamente tale possibilità viene prevista anche a favore degli studenti che conseguono in Italia un master di I livello;
– la semplificazione della procedura per l’attestazione delle risorse economiche necessarie per il soggiorno in Italia di ricercatori stranieri (modificando l’articolo 27 ter, del T.U.) e l’eliminazione dell’obbligo di attestare l’idoneità abitativa nel caso di ricongiungimento di familiari di ricercatori stranieri (modificando l’articolo 27 ter, del T.U.);
– l’eliminazione della necessità di coerenza tra titolo di studio posseduto e qualifica professionale per i lavoratori altamente qualificati, così come previsto dalla direttiva europea 2009/50 (modificando l’articolo 27 quater, del T.U.);
– l’eliminazione delle quote per studenti stranieri nelle Università, fatto salvo il rispetto delle procedure di accesso per le facoltà a numero chiuso (il comma 4 dell’articolo 39 del T.U. è abrogato). Le quote, si legge nella relazione illustrativa del disegno di legge di conversione del decreto, non sono state finora mai superate e la loro eliminazione corrisponde quindi ad una finalità di semplificazione, coerente con l’intento di attrarre in Italia il maggior numero possibile di studenti stranieri.