SEMPRE MENO LAUREATI OCCUPATI. LA LAUREA NON E’ PIU’ SINONIMO DI STABILITA’ LAVORATIVA

Sfatiamo una volta per tutte un mito. Quello che la società  ha voluto farci credere. Quell’ idioma che per molti   giovani studenti universitari, ha dato la possibilità di proseguire gli studi e raggiungere l’ambita tappa. La laurea non serve a trovare lavoro.  Il famoso “pezzo di carta” che aveva il fine principale di  garantire un’entrata rapida nel mondo del lavoro, portando a un miglioramento delle condizioni economiche di chi riusciva a completare gli studi universitari…. è una bufala comunicativa, del sistema istruzione, per incentivare i giovani a contribuire alla stabilità economica dei centri universitari Italiani.

Oggi la situazione pare essere scandalosa. Basterebbe leggersi il  Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati. La banca dati che si è occupata dello studio e alla quale aderiscono 60 università italiane ha preso in esame 210 mila persone che si sono laureate nel 2008 e per ogni ciclo di lauree, di primo e secondo livello, la risposta è sempre la stessa:  DISOCCUPATI ALLE STELLE.

Il dato più agghiacciante, è che a fronte di un netto aumento di laureati negli ultimi tre/cinque anni, diminuiscono le possibilità di lavoro.

Il mercato, inoltre, assorbe con difficoltà i neo-dottori anche a distanza di diversi anni dal conseguimento della laurea.

Coloro i quali risultano essere baciati dalla fortuna ( perchè oggi nel mondo del lavoro non va avanti il più meritevole… ma i più “fortunati” ….), non se la passano poi così alla grande, dal punto di vista finanziario..

Mediamente un laureato,  ha uno stipendio  che si aggira intorno ai 1300 euro, con picchi verso l’alto di 2000 per le professioni mediche a fronte di situazioni opposte, come quelle degli avvocati, che non arrivano a 1000 euro al mese.

Ma allora…. PERCHE’ LO STATO CONTINUA A SFORNARE LAUREATI ?

Il divario domanda/ offerta lavorativa diventa sempre più difficile da arginare. Pare che dal punto di vista lavorativo.. non ci siano nenche più sostanziali differenze tra Nord e Mezzogiorno

COME FRONTEGGIARE QUESTO PROBLEMA ?

Secondo AlmaLaurea, infatti, nei primi mesi del 2010 c’è stato un calo, rispetto al 2009, del 31 per cento, di laureati. Inoltre il numero continuamente decrescente di fondi destinati alla ricerca contribuisce a rendere più nebuloso il futuro di chi decide di iscriversi all’università. L’Italia è agli ultimi posti in Europa sia per fondi destinati alla ricerca che per spesa destinata all’istruzione universitaria.

La fuga dei cervelli, è ormai entrata nel linguaggio comune dei giovani, costretti il più delle volte ad vivere all’estero per una manciata di ticket pasto….

SARA MAGARI…. CHE IL PROBLEMA NON SONO I TROPPI LAUREATI…. MA I TROPPI LAUREATI IMPREPARATI ?

Non è la laurea a creare la professionalità… ma è la professionalità che dovrebbe essere pagata con la laurea..

Un concetto poco chiaro.. nel paese dei BERLUSCONIANI e degli ANTI-BERLUSCONIANI.

Una soluzione ?

SI CHIAMA MERITOCRAZIA

Troppo difficile da far comprendere agli italiani… i quali si imbestialiscono… se ad un concorso pubblico per impiegati amministrativi.. viene richiesto come vincolo il voto di laurea pari a  100 su 110, piuttosto che un MBA in Financial Accounting… mentre  se un semplice laureato in Storia o Filosofia dirige una Asl o una azienda di telefoni…. è un colpo di genialità…

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